E’ la velocità la migliore amica di Fernando Alonso, ‘tassista’ non troppo per caso sul circuito del Nürburgring alla vigilia dell’ultimo Gran Premio di Germania. Nell’intervista di cui segue un estratto, il pilota della Scuderia Ferrari si racconta a Jan Krebs, giornalista inviato da RTL, attonito passeggero a bordo di una F12 per un giro sulla Nordschleife, il tracciato più celebre del complesso tedesco. Disegnata con l’intento di mettere in crisi anche le migliori vetture per consentire alle case costruttrici il collaudo di nuovi modelli, la pista negli anni è stata oggetto di modifiche che – privandola dell’originale sinistro aspetto – l’hanno riportata nel calendario della Formula 1: per Fernando è stata la prima volta qui al volante di una Rossa. Ovviamente, l’intervista è stata l’occasione per fare il punto sulla prima parte della stagione.
Quest’anno che voto dai alla Ferrari e a te stesso?
“La Ferrari la vedo bene, gli darei un otto, un buon punteggio, perché anche se non siamo i più veloci la nostra è una macchina molto completa. Per quanto riguarda me stesso non devo essere io a dare un voto, sicuramente sono cresciuto molto rispetto ai primi anni, ma c’è sempre margine per migliorare con l’esperienza, gara dopo gara”.
Come si supera una gara che non è andata troppo bene?
“Non è mai facile dimenticare una brutta gara, però sai che è il tuo lavoro e che esistono cose più importanti nella vita. Quando una gara va male bisogna pensare subito alla prossima, mai al passato”.
Cosa significa per te un secondo posto?
“Qualche volta una grande soddisfazione, qualche volta una grande delusione. Non ce ne sono mai due uguali, dipende dalle circostanze della gara e da chi è diventato primo. Se a vincere non è il tuo maggior rivale può essere un buon risultato”.
Hai mai avuto paura di una macchina di Formula 1?
“Si qualche volta ho avuto paura, soprattutto nelle gare sul bagnato, quando si perde tutta la visibilità. Da quando poi abbiamo visto gomme che non riescono a tenere c’è un po’ di rispetto in più per la velocità e la sensazione di pericolo”.
Cosa si sente e come si deve reagire quando una gomma esplode?
“La prima sensazione è sul volante, perché tutta la macchina inizia a vibrare e senti che il posteriore diventa molto leggero. A quel punto devi iniziare a controsterzare. Se questo ti succede a metà di una curva veloce è impossibile da gestire, perché non hai abbastanza tempo per reagire, come è successo purtroppo a Felipe, che era a metà curva e la macchina ha immediatamente perso il controllo. Se invece accade sul rettilineo c’è una minima possibilità di recuperare la macchina. E’ certamente un’esperienza scioccante, un momento del tutto inaspettato che non sei mai pronto a controllare, perché tutto accade in centesimi di secondo. Dopo aver comunicato con il team via radio cerchi di arrivare al box il più velocemente possibile, perché sei nel mezzo di una gara e devi recuperare il tempo perso”.
Dove trovi la tua forza interiore, l’energia per rilassarti e ricaricarti?
“La prendo dalla famiglia, uno dei fondamenti su cui si basa la teoria dei Samurai: loro dicono che si vive seguendo degli obiettivi, e tra questi uno è la famiglia, il clan”.
Cos’è il fitness per te? Esiste un giorno senza sport nella tua vita?
“Ne esistono davvero pochi, anche se a volte mi capita di passare due giorni sul divano a guardare le televisione. Anche quando non devo lavorare sulla preparazione (per le gare) cerco sempre di praticare un po’ di sport, è la mia passione. Mi piacciono tante discipline, il calcio in particolare”.
Cosa significa per te la velocità?
“Tutto. Senza velocità è difficile capire una giornata. Mi piace la velocità, mi piace fare tutto in fretta”.
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