Nomi impronunciabili di auto e comunicati stampa in lingua orientale non aiutano, di certo, a definire il quadro generale della produzione automobilistica cinese esposta in queste ore a Shanghai. Queste poche righe di post si concentreranno a dare qualche notizia sul mercato ma, soprattutto, a definire l’atmosfera che si respira nella location, così lontana e diversa dalle nostre realtà, dove alcune cinesine tentano di dare valore aggiunto ad alcuni modelli – spesso con un scarso family feeling con la Euro ECAP – esposti al più importante evento automobilistico orientale.
Le donne orientali, come risaputo, da sempre hanno acceso la fantasia dell’uomo latino che le ha idealizzate come donne perfette. Ma quali doti vengono, fra tutte, da sempre apprezzate nelle ragazze dalla pelle di luna e dagli occhi a mandorla? Quelle della dolcezza, della dedizione completa al proprio uomo e alla famiglia, della semplicità.
Virtù che si riscontrano sempre meno nelle giovani che dalle regioni dell’entroterra agricolo si trasferiscono nei distretti industriali di Shanghai, inseguendo l’emancipazione e l’affrancamento dalla status di “donna da dare in sposa”, vivendo in camerate affollate da colleghe con cui condividono sfiancanti turni di fabbrica, ma neppure “lontane parenti” di Yu Wenxia, cinese 23 anni incoronata miss mondo durante la cerimonia di proclamazione a Ordos.
Le Hostess che danno colore al salone di Shanghai, a giudicare dalle immagini, appaiono ancora adesso semplici, snellite di orpelli, assai lineari, in sintonia, cioè, con alcune delle auto in mostra. Testimoniano, con moderazione, la presenza della Cina nel mercato delle auto.
Auto destinate a masse di giovani cinesi che si spostano dalle campagne natie per viverne il mito, spesso spietato, in una città che conta 15 milioni di abitanti e 4 milioni di pendolari.
Una città che contribuisce in maniera significativa a fare della Cina, oggi, il mercato più importante al mondo.
Il mercato cinese è attualmente diviso in due parti: i produttori stranieri vendono modelli premium a prezzi elevati, mentre i produttori nazionali coprono il segmento base.
In Cina ci sono più di 70 marche di auto. Si tratta di una cifra incredibilmente alta, considerato che tutti hanno in comune solo una quota del 30 per cento del mercato delle autovetture. Nel paese più basso è il reddito maggiore è il potenziale per le auto a basso costo. Il segmento premium è dominato da brand tedeschi quali Volkswagen, Porsche, Audi, BMW e Daimler Mercedes. In particolare, BMW e Mercedes, due brand rivali di auto di lusso, hanno un ampio riscontro in Cina.
Al Salone di Shanghai 2013 BMW ha portato X4, concept che appare come fratello minore della X6 e diretto rivale della Mercedes GLA. SUV di lusso dalle dimensioni compatte (4,383 metri di lunghezza per 1.978 m. di larghezza e 1, 579 di altezza), entra a gamba tesa in un segmento che è in forte crescita in tutto il mondo e in Cina nello specifico.
Volkswagen espone il CrossBlue Coupé, un SUV ibrido con 415 cavalli di potenza e un consumo dichiarato di 3 litri per 100 chilometri. Porsche ha portato in terra cinese la nuova Panamera S E-Hybrid, prima vettura al mondo con trazione ibrida plug-in fra le granturismo sportive.
Nel secondo mercato più importante di Porsche, hanno debuttato anche due prestigiose versioni Executive con passo allungato di Panamera S e Panamera 4S con motore V6 da 3 litri sviluppato completamente ex novo con sovralimentazione biturbo.
Maserati, ha scelto Shanghai per il debutto della Ghibli, disponibile, oltre che con il V6 3.0 a benzina, anche con la prima motorizzazione diesel nella storia della Casa del Tridente. La nuova unità turbodiesel 6 cilindri di 3 litri proporrà le qualità di potenza e di suono – così promettono gli ingegneri- proprie di ogni propulsore Maserati. Contestualmente, permetterà di utilizzare meno di 6 litri di gasolio per 100 chilometri. In Italia sarà disponibile nelle due versioni con 275 e 250 CV, a trazione posteriore o integrale Q4.
Sergio Lanfranchi
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