Vincenzo Florio (Palermo, 18 marzo 1883 – Epernay, 6 gennaio 1959) di famiglia benestante, armatore e industriale di vini, da sempre appassionato di automobilismo fu l’ideatore della mitica corsa che porta il suo nome: Targa Florio.
La Targa Florio si è disputata 61 volte, praticamente senza soluzione di continuità (se si eccettuano gli anni delle due guerre mondiali), dal 1906 al 1977, sulle strade siciliane ed in particolare su quelle strette e tortuose che percorrono la catena montuosa delle Madonie: solo in poche occasioni la corsa è stata abbinata al Giro di Sicilia e si è svolta lungo il periplo dell’isola mentre nel quadriennio 1937-1940 è emigrata al Parco della Favorita a Palermo, mai dunque abbandonando la terra della Trinacria.
Oggi la Targa viene ricordata al Museo Vincenzo Florio di Cerda, ubicato negli ex locali del Motel Aurim albergo che ha ospitato i piloti e nei cui garage venivano preparate le famose Alfa Romeo 33 TT 3 (foto sotto), il museo è aperto tutti i giorni e con ingresso libero. Sono visibili e consultabili giornali, libri, classifiche, e in esposizione molti cimeli, quadri plastici e tanto materiale che fa ripercorrere la mitica targa Florio.
Qualche curiosità
Le donne pilota: poche sono state le donne che hanno partecipare alla Targa Florio, anche in considerazione della particolare durezza della gara, che comportava un grande fatica fisica. Ricordiamo Madame le Blon, che nel 1906 affianca il marito, Hubert, in veste di “meccanico” e Maria Antonietta D’Avanzo, Elisabeth Juneck e Margò Einsiedel protagoniste negli anni venti.
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