Prima di entrare nell’argomento specifico di cui si intende scrivere appare utile fare una premessa. Le aziende, negli anni, hanno compreso che è necessario ridurre la distanza che separa la loro offerta dalla domanda espressa dal mercato e che, per limitare il gap, è necessario conoscere i propri interlocutori sotto molteplici aspetti e fare una disamina di differenti punti di vista che scaturiscono da varie discipline.
Sociologia, psicologia, marketing, economia e antropologia, offrono, infatti, importanti elementi che, integrati, consentono di giungere ad un’analisi completa del mercato e delle variabili che in esso interagiscono.
Come è noto, per la teoria microeconomica il consumatore prende essenzialmente due tipi di decisioni: il tipo di prodotto da acquistare e la quantità da acquistare.
Considerati i prezzi di tutti i prodotti e il reddito, secondo questo modello, il consumatore sceglie seguendo i propri gusti e convenienza ; si assume che lo stesso sia perfettamente razionale e che scelga tra le diverse alternative riuscendo a massimizzare la propria utilità e soddisfazione.
I numerosi limiti di tale teoria sono stati evidenziati successivamente da diversi autori. Circoscrivere, infatti, la spiegazione del comportamento alla sola ricerca della massimizzazione dell’utilità è una semplificazione eccessiva del fenomeno d’acquisto e di consumo che porta ad ipotizzare un consumatore che si comporta in modo meccanico e perfettamente prevedibile, assunto decisamente smentito dalle evidenze empiriche rilevabili sui mercati odierni dove, per i beni “di lusso”, incide in modo notevole la pressione fiscale.
Operazioni eclatanti che, secondo alcuni, insistono sulla concezione ideologica del controllo fiscale (vedi Cortina) hanno portato, negli ultimi mesi in Italia, ad un calo, in alcuni casi ad un crollo, del mercato delle auto con cilindrata superiore ai 3000 centimetri cubici, SUV e berline sportive, diventate simbolo del potenziale evasore fiscale.
Questo ha portato ad una decapitazione del mercato ma, soprattutto, dei sogni di tanti che hanno smesso di vivere con slancio la passione per le quattro ruote. A questa tendenza ha risposto in modo chiaro, netto e decisamente originale, Porsche Italia che, con il coinvolgimento di Oliviero Toscani e Oscar Giannino ha dato avvio a una campagna pubblicitaria dal titolo “Il tuo sogno è possibile” per dare nuovo impulso al desiderio di possesso di una supercar.
La campagna, dalla chiara connotazione sociale, è volta ad esaltare i valori che sono sempre stati riconosciuti al brand Porsche. La campagna Advertising promossa, invita a guardare al futuro senza paura, a vivere il presente con fiducia nella consapevolezza che il mercato delle auto rappresenta un volano che aiuta e migliora il mercato economico. Una serie di dati e informazioni forniti dagli esperti, confermano tale tesi, nonostante la notevole pressione fiscale che, in atto, penalizza il settore automotive.
“In un momento in cui tutto sembra andare contro il mondo dell’automobile, nonostante sia una delle colonne portanti per l’economia e contribuisca al benessere del nostro Paese attraverso la creazione di posti di lavoro, ci sembrava opportuno – ha commentato Pietro Innocenti, Direttore Generale di Porsche Italia – essere al fianco di chi ama le automobili e non vuole nascondersi”.
Valori positivi che dovrebbero essere riconosciuti anche da chi si occupa di economia nel nostro Paese. “Il Marchio di Zuffenhausen è operativo in Italia dal 1985, ha investito direttamente negli ultimi dieci anni in oltre 30 milioni di Euro in opere, – dice Pietro Innocenti, Direttore Generale di Porsche Italia – conta oggi su una rete di 38 Concessionarie e 24 Officine Autorizzate il cui fatturato 2011 è stato di quasi un miliardo di Euro e dà lavoro a circa 800 dipendenti. Grazie al lavoro di queste persone tutti i modelli Porsche dominano i segmenti di riferimento nonostante il consistente ridimensionamento degli stessi in atto a causa della crisi e delle attuali misure fiscali”.
“Il fatto che i nostri modelli riescano a mantenere la leadership del mercato è la chiara dimostrazione – ha continuato Pietro Innocenti – di come la nostra clientela sappia apprezzare il connubio tra l’emozione del piacere di guida e la razionalità d’uso tipica di Porsche. Ma ciò non è sufficiente. In Italia circolano, tra storiche e moderne, oltre 75.000 Porsche , ma, purtroppo, da gennaio di quest’anno circa 1000 ogni mese lasciano l’Italia per andare in altri Paesi europei. Ciò come diretta conseguenza dell’introduzione di misure fiscali penalizzanti come il superbollo e il perdurare di un clima di generale colpevolizzazione dell’automobile. Questo ha una ricaduta sia sui fatturati delle aziende Porsche, sia sullo Stato che non potrà contare sul gettito fiscale stesso che è già largamente inferiore alle previsione stante il calo delle immatricolazioni e la perdita di vetture circolanti”.
In proposito il Centro Studi UNRAE ha di recente reso noto che solo a causa dell’introduzione del superbollo il segmento delle vetture di potenza oltre i 185kw nei primi 9 mesi del 2012 ha avuto una contrazione del 44,1%. Se questo trend verrà mantenuto a fine anno si genererà un gettito da superbollo pari a 155 milioni di Euro a fronte del quale c’è un minor gettito di IVA, IPT e Bollo, pari a 90 milioni di Euro e quindi portando il beneficio complessivo per l’erario a soli 65 milioni di Euro contro i 168 milioni di Euro pianificati.
In relazione al mercato dell’auto nel complesso, sempre secondo l’UNRAE, a causa delle manovre fiscali, nei primi 6 mesi del 2012 lo Stato ha avuto 1,25 miliardi di minor gettito IVA, che diventeranno 2,3 miliardi a fine anno. In negativo anche l’incasso delle IPT visto che le stime dicono che sempre alla fine del 2012 il minor incasso, rispetto al 2011 si prevede sia inferiore di 100 milioni di Euro.
Quanto sia importante il mondo dell’Automotive per il sistema Italia emerge, anche da altri dati messi a disposizione da diversi centri studi e dalle associazioni del comparto. In particolare secondo le stime di Econometrica, l’intero settore dell’automotive nel 2011 valeva il 13,4% del PIL italiano e secondo i dati UNRAE il mondo dell’automobile nel 2010 ha garantito allo Stato un gettito di 67,8 miliardi di Euro, pari al 16,6% del totale e con un’incidenza del 4,4% sul PIL. Volendo scendere nei dettagli, la sola filiera della produzione e distribuzione dell’automotive conta (sempre fonte UNRAE) il 6,2% del PIL e le 46 Case estere affiliate all’UNRAE valgono 42 miliardi di Euro di fatturato, contano 135 mila dipendenti e rappresentano il 70% del mercato dell’auto italiano.
La pressione fiscale sull’intero comparto, in combinazione con la crisi, ha invece messo in secondo pia-no l’attenzione degli italiani per il mondo dell’automobile, spegnendo la naturale passione per il settore con la conseguenza di diminuire anche il gettito fiscale per l’erario.
“Pur consapevoli della situazione contingente e con un po’ di orgoglio e con il desiderio di ridare voce ai tifosi del Marchio e agli appassionati possessori di Porsche vogliamo che questa campagna Advertising – conclude Pietro Innocenti, direttore generale di Porsche Italia – apra un dibattito che riporti a pensare al futuro in modo intelligente e a vivere il presente con maggiore e rinnovata passione”.
s.l.
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