Sono venti anni dalla morte del Cavaliere del Lavoro Ferruccio Lamborghini (Renazzo, 28 aprile 1916 – Perugia, 20 febbraio 1993), grande imprenditore italiano ancora oggi ricordato per le meravigliose auto sportive di lusso come la Miura, la Countach, la Espada.
Nel 1948, a Cento, fonda la Lamborghini Trattori (l’origine del logo aziendale è legata alla data di nascita di Ferruccio Lamborghini: nel calendario zodiacale infatti il 28 aprile cade sotto il segno del Toro, simbolo di forza e potenza), a cui seguì nel 1963 la Lamborghini Automobili (che quest’anno celebra appunto i 50 anni), nel 1959 la Bruciatori-Condizionatori Lamborghini (un’azienda con sistemi ed attrezzature assai sofisticati ed innovativi, che nel giro di pochi anni si posiziona ai primi posti nel mercato italiano), infine nel 1969 la Lamborghini Oleodinamica, azienda indirizzata a settori molto diversi: pompe e motori idraulici, distributori, servocomandi e unità di alimentazione.
Ferruccio morì nella sua tenuta all’età di 76 anni. Anche il suo funerale fu una dimostrazione della sua passione per i motori e fu organizzato sotto la regia attenta del figlio Tonino: da Perugia venne portato a Renazzo (Fe) e trasportato al cimitero su un antico carro agricolo dell’800, trainato da uno dei suoi trattori preferiti, la “Lamborghinetta”, a ritmo lento e cadenzato dai pistoni del motore che trasmettevano sofferenza e commozione. All’ingresso una Miura e una Countach saltavano il feretro un urlo rombante, come figlie predilette orfane del loro creatore.
Sulla lapide, solo una frase: “Buon lavoro nella nuova Casa di Dio”.
A vent’anni da quel giorno il figlio Tonino Lamborghini ricorda: “Quel giorno non moriva solo mio padre, ma un pezzo di storia dei mille dipendenti delle sue aziende”.
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